Prima
tappa dell'Enolaboratorio Riesling di Piacenza organizzato da ONAV al
Circolo dell'Unione.
Virtualmente
si va in Mosella. 9 vini per provare a raccontare quello che per
molti versi è IL territorio del Riesling, quello classico, quello
dei vini con gli equilibrismi gustativi più spericolati. Ed anche
quello che, per chi scrive, è stata la porta di accesso al magico
mondo del Riesling.
9
vini, si diceva: 3 trocken e 6 con residuo zuccherino,
tipologia quest'ultima in cui tuttora credo vada ricercato il meglio
della Mosella, che sulla tipologia trocken perde ancora
qualche colpo rispetto a regioni come Rheingau e Pfalz, per citarne
solo due.
A
parte i primi due vini, della Ruwer, tutti gli altri provengono dalla
Mosella Centrale.
Ecco
i vini, raccontati nell'ordine in cui sono stati serviti.
Maximin
Grunhauser Absterg kabinett trocken 2008 – Maximiner Grunhaus
Ci
tenevo ad inaugurare il corso con un kabinett trocken vecchio
stile della Ruwer come questo. Didattico e molto buono. Sottile e
slanciato, nervoso e senza fronzoli. Buona la complessità olfattiva,
dove alle note di frutta in confettura (anche tropicali) si uniscono
sensazioni minerali, agrumate e di erbe aromatiche. Bello e deciso il
finale di bocca.
Entrato
nel suo apice espressivo, che probabilmente durerà ancora alcuni
anni.
Karthauserhofberg
alte reben spatlese trocken 2015 – Karthauserhof
Ancora
Ruwer per un vino che, a differenza del precedente, vive sul lato
fruttato-maturo (cotognata) e speziato dolce; struttura quasi
opulenta per la tipologia e la zona, anche se in bocca recupera
slancio e compattezza, ma pur sempre mantenendosi su un versante
rotondo.
Batterieberg
trocken 2013 – Immich-Batterieberg
Terzo
e ultimo vino trocken della serata. Il naso esprime toni
fruttati, speziati (zenzero) e floreali ma sembra quasi in una fase
di passaggio verso sensazioni minerali più complesse. In bocca
scalpita e chiude compresso, quasi con durezza: avrà bisogno di
tempo per distendere la materia che oggi a tratti appare quasi
“cruda”.
Graacher
Domprobst kabinett 2013 – Willi Schaefer
Si
passa ai vini con residuo zuccherino e si parte col botto. Grande
kabinett dal carattere ampio e ricco, con volumetrie e
ricchezze olfattive quasi da spatlese. Il bello
è che, seppur pieno, mantiene linearità e scorrevolezza, una sorta
di eleganza polposa. Pesca gialla e scie agrumate al naso per un vino
molto gradevole oggi, ma che darà grandi soddisfazioni anche negli
anni a venire.
Bernkasteler
Doctor spatlese 2015 – Wwe. Thanisch/Erben Thanisch
Naso
al momento un po' chiuso, lento ad aprirsi, che fatica ad esprimere
il grande potenziale ma che regala comunque piacevoli note di anice
ed erbe aromatiche; è in bocca però dove il vino si rivela
realmente lasciando intuire la sua grandezza: esplode ampio, grasso e
fresco al tempo stesso. Molto succoso, finisce con lunghezza
importante e complessi ritorni aromatici da fuoriclasse.
Urziger
Wurzgarten auslese fuder 8 2015 – Merkelbach
Nitido,
preciso e lineare, sia al naso che in bocca. Pesca, albicocca,
ananas, pasta di mandorle. Già ora molto godibile anche grazie
all'acidità molto ben integrata nella struttura zuccherina.
Carattere gustativo lungo e fresco. I fratelli Merkelbach al meglio
in un vino che è anche fortemente paradigmatico di ciò che questa
vigna può dare nelle migliori annate: immediatezza e profondità.
Erdener
Pralat auslese 2010 – Dr. Loosen
Naso
esplosivo e ricco, potente, con toni di frutto della passione e
miele. Al palato subito un po' di carbonica che, lì per lì,
maschera un residuo zuccherino più presente rispetto al vino
precedente. Quasi opulento, esprime il lato ricco del Pralat,
innervato però, come nei migliori esemplari, da una verve
acido-sapida che lo ravviva.
Wehlener
Sonnenuhr auslese 2004 – JJ Prum
La
quintessenza della Mosella Centrale, sintesi mirabile di eleganza
aerea ed austera (di quelle truffaldine: la bottiglia finisce in una
amen). Come il vino precedente è solare e ciarliero, così questo è
chiaroscurale e inizialmente un po' ombroso (lievi note sulfuree che
spariscono dopo pochi minuti); esce alla chetichella nelle sue note
di confettura di rabarbaro, infuso di camomilla e idrocarburi per
svelarsi in tutta la sua eleganza. Classicismo Prum al meglio in
un'annata dal taglio classico.
Erdener
Pralat auslese Gold Kapsel 2015 – Dr. Hermann
Unico
vino realmente “dolce” della serata, che probabilmente nella
sequenza degustativa odierna paga un po' questo staccarsi dal
dolce-non dolce dei precedenti. Si dichiara apertamente denso e dolce
già dal naso: albicocca candita, miele, fiori dolci. Un "Pralatone": bocca grassa e
ricca di polpa compensata da adeguato slancio.
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