mercoledì 25 marzo 2020

GAISBÖHL 2011

Un altro piccolo capitolo dedicato a Dr. Bürklin-Wolf (qui uno dei vari racconti, relativo alla prima visita in cantina, a cui vi rimando per approfondimenti sull'azienda), realtà storica di riferimento del Pfalz, o Palatinato, territorio del meridione viticolo tedesco, nonché regione tra le più interessanti e dinamiche in Germania. 
Dr. Bürklin-Wolf, la cui data di nascita ci riporta addirittura alla fine del ‘500, ha sede a Wachenheim, ma gli 85 ettari vitati di proprietà - gestiti in Biodinamica da ormai quindici anni - sono sparsi in quattro comuni.
I vini, soprattutto nelle ultime vendemmie, sono stimolanti e mai banali; seguono un canone proprio che tende a lasciare esprimere in scioltezza il carattere di ogni annata, senza forzature ma sempre con grandissime attenzioni in vigna e in cantina. 


Il vigneto Gaisböhl, un monopole di Bürklin-Wolf, si estende in tutto per 8 ettari nel comune di Ruppertsberg, ma solo 5.2 ettari sono considerati alla stregua di un Grand Cru già dai tempi della classificazione del Regno di Baviera risalente al 1828. Gaisböhl si sviluppa ai piedi dei monti Haardt (la prosecuzione settentrionale dei Vosgi alsaziani) su suoli argillosi con presenza di ghiaia e arenaria, un mix che origina vini con strutture potenti (a volte più muscolosi che eleganti), acidità decise e ottimo potenziale di invecchiamento. 


Le uve dell’annata 2011, nel complesso calda, sono state raccolte manualmente il 29 e 30 settembre. Fermentazione a temperatura controllata con lieviti indigeni seguita da affinamento in botti grandi da 2.400 litri (chiamate doppelstuck). 
Ultima nota non da poco. Questa è stata l’ultima vendemmia dello storico kellermeister aziendale Fritz Knorr, scomparso poco prima della vendemmia 2012, che ha in seguito ceduto il posto al piacentino Nicola Libelli. 


Gaisböhl 2011 – Dr. Bürklin-Wolf 
Il naso mostra un buon livello di apertura evolutiva con toni di pompelmo maturo, ananas, confettura di pera, erbe aromatiche e idrocarburi, completati da scie minerali di sassi e gesso. 
Il palato – di viva impronta sapida – svela il carattere argilloso del Cru e la generosità dell’annata. Se il colore intenso, il naso e l’attacco di bocca esprimono concentrazione e grassezza, lo sviluppo è saldo e tonico e ravviva l’insieme, con un finale allungato dall’acidità elegante e precisa. 
Robusto, ampio e vigoroso, non sarà forse un campione di finezza, ma va dritto per la sua strada trovando bell’equilibrio tra acidità (matura) e zuccheri (contenuti in circa 6.5 gr/l).

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